domenica 29 dicembre 2013

Halloween e i Celti

Sono una bella fatina!
La festa di Halloween ha origini antichissime, risalenti alla dominazione celtica dell'Europa settentrionale. I Celti festeggiavano l'inizio del nuovo anno nella notte tra il 31 dicembre e l'1 novembre, in quanto si era stabilito che proprio in quella data terminasse la stagione estiva, lasciando posto a quella fredda invernale. Siccome i Celti erano perlopiù pastori e agricoltori, per loro la vita cambiava radicalmente: gli animali venivano portati nelle stalle, i terreni preparati per la stagione successiva e ci si chiudeva in casa sfruttando la legna e i raccolti accumulati durante l'estate. Proprio la notte del 31 ottobre era considerata sacra, in quanto si riteneva che il mondo dei vivi e quello dei morti riuscissero in qualche modo a entrare in contatto; si pensava, infatti, che le anime delle persone decedute durante l'anno appena trascorso potessero tornare per cercare nuovi corpi in cui entrare. Nelle case si spegneva il fuoco per evitare di attirare gli spiriti maligni e i druidi (i sacerdoti), si ritrovavano in una foresta di querce per danzare, pregare e offrire sacrifici attorno a un grande fuoco. La mattina successiva portavano i tizzoni ancor ardenti alle varie famiglie che potevano così riaccendere il focolare domestico; era questo un simbolo di un nuovo inizio.
Per i tre giorni successivi si usava girare travestiti, indossando comode e profumate... pelli di animali sacrificati: da qui l'usanza di vestirsi durante questa festa. Sapete da dove arriva la famosa frase "dolcetto o scherzetto"? Per i Celti le fate non erano graziose e simpatiche, ma fastidiose e dispettose; durante la notte di Halloween, infatti, spesso facevano degli scherzi agli uomini, facendoli smarrire nelle loro terre. Per questo motivo si cominciò a offrire dei doni e del cibo alle fare!

domenica 15 dicembre 2013

Illusione ottica

Prova a contare i puntini neri!


Il faro di Alessandria

Alessandria in Egitto, città fondata da Alessandro Magno, era dotata, oltre che della più grande biblioteca della storia, anche di una gigantesca costruzione sorta sull'isoletta di Pharos, da cui prende il nome. Fu un'opera eccezionale e mai più ripetuta nella storia, dopo che attorno al 1300 d.C. fu distrutta da due fortissimi terremoti. Della sua esistenza non è possibile dubitare, perché sono stati trovati resti di parti della struttura e di statue ornamentali, tutte di dimensioni notevoli. Come funzionasse è un mistero; probabilmente un fuoco perpetuo o quasi era amplificato da un sistema di specchi che permettevano anche al fascio di luce di girare, cosa che per le navi era molto più utile di avere una luce fissa.
Nella sua base c'erano gli alloggi del personale e i depositi per contenere il carburante per mantenere il fuoco sempre acceso. In cima sorgeva una grande statua di Poseidone.

martedì 3 dicembre 2013

lunedì 2 dicembre 2013

Il nodo gordiano

Oggi il modo di dire "nodo gordiano", significa porre rimedio a una situazione di difficile soluzione con un intervento drastico. L'espressione ha un'origine antichissima, addirittura risalente all'epoca di Alessandro Magno. Si narra che egli entrò a cavallo nella città di Gordio, nell'attuale Turchia. Gli dissero che la carrozza del re era legata a un palo con un nodo che nessuno era in grado di slegare; la leggenda, inoltre, prevedeva che chi fosse riuscito a sciogliere il malefico nodo, sarebbe divenuto re. Alessandro non ci pensò su molto... sfoderò la spada e tagliò la corda di netto!! Ecco cosa significa "intervento drastico"!!